Sul palco di piazza San Marco questo pomeriggio sono state otto le regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia, dal Veneto alla Sardegna, passando per Marche, Basilicata, Puglia e Calabria, che hanno portato a Venezia i propri usi e costumi in un viaggio da nord a sud alla scoperta dei “Carnevali della tradizione”. Le regioni che hanno partecipato sono state individuate dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.
A dare il benvenuto è stata l’assessore alla Promozione del Territorio Paola Mar: “Ringrazio di cuore chi organizza il Carnevale perché ci offre la possibilità, attraverso l’Unpli, di far esibire su questo palco le Regioni del nostro meraviglioso territorio facendo conoscere le proprie culture e tradizioni. Soprattutto è importante trasmettere ai giovani questo patrimonio culturale che è una risorsa preziosa per il nostro passato, presente ma soprattutto per il nostro futuro.”
Sul palco presente anche l’assessore Regionale al Turismo, Federico Caner, e il presidente nazionale di Unpli, Antonino La Spina.
Dodici i gruppi selezionati, per Venezia con oltre duecento figuranti, legati dal comune denominatore di esibizioni che si tramandano da generazioni o emanano un legame storico con l’identità del territorio. Un evento che coniuga la magia del momento più spensierato dell’anno con il patrimonio culturale immateriale delle manifestazioni antiche, ancestrali, che rimandano ai miti e alla tradizione. Ha iniziato la Calabria con la maschera più rappresentativa della commedia dell’arte della regione, il Giangurgolo, con il suo naso enorme e la spada lungo il fianco, vestito a righe gialle e rosse che, oltre a riprodurre i colori del Regno di Aragona, rappresentano Catanzaro.
Dalla Puglia, sono arrivate le maschere tipiche “Domino” e l’ “Omene Curte”, simboli del Carnevale Sammichelino di Bari: il primo una maschera elegante e misteriosa che ha ispirato opere liriche, comiche e drammatiche, il secondo una maschera creata dalla povera gente che, non potendo spendere soldi nel fare abiti adatti allo scopo, la creò con gli abiti di campagna di uso giornaliero nelle famiglie.
La regione Basilicata ha portato la sua storia con il Carnevale Teanese, con la rappresentazione in chiave onirica della vita del paese e dei suoi abitanti: tra i personaggi, il pezzente, il portafortuna, e l’Urs.
Con la sfilata dei Moccoli, delle vere e proprie opere d’arte prodotte con canne ancora verdi e decorate con carta velina, si è fatto conoscere al pubblico in piazza il Carnevale Castignanese delle Marche, mentre la Sardegna ha coinvolto il popolo in festa con i tipici Mamuthones e Issohadores, entrambi provenienti da Mamoiada.
In rappresentanza del Veneto hanno sfilato le maschere lignee legate alla tradizione dolomitica e alle leggende del territorio bellunese, insieme al Carnevale di Malo e il suo Ciaci, un clown che per un mese veste i panni del sindaco del paese, e alla coppia carnevalesca Conte Radex Von Kraut e Giuditta Dei Gnoc di Pastrengo.
Il paese di Misterbianco, in Sicilia ha portato i suoi preziosi costumi, Cartoline di Sicilia, ossia un abito su cui vengono affisse le foto dei borghi più caratteristici del territorio, e Souvenir di Venezia, una maschera che strizza l’occhio alla città lagunare. La regione Piemonte, invece, si è esibita sul palco con le maschere tipiche di Agnona, il Bataru e la Maribela, e di Borgosesia, il Peru Magunella e Gin Fiammàa.
Carnevale
I Carnevali d’Italia arrivano in piazza San Marco
12.02.2024