11 Febbraio 2025

Rievocazione storica delle Marie, il 13 febbraio alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista la selezione!

Chi l’emozione di essere una Maria del Carnevale di Venezia l’ha provata, quella stessa sensazione ce l’ha dipinta negli occhi anche a distanza di anni. La Festa delle Marie non è solo una rievocazione storica, una delle tradizioni più famose e sentite del Carnevale di Venezia, ma è anche un’esperienza di vita senza uguali, un sogno ad occhi aperti.

Il concorso rilanciato nel 1999 da Bruno Tosi, e ben saldo nelle sapienti mani organizzative di Maria Grazia Bortolato, si ripete da 26 anni ed è pronto a stupire e far sognare decine di ragazze della Città metropolitana anche per questa edizione 2025 dedicata a Giacomo Casanova.

Giovedì 13 febbraio alle ore 15 nelle eleganti sale della Scuola Grande San Giovanni Evangelista il primo atto con la selezione delle 12 Marie tra le quali verrà scelta l’erede di Silvia Zecchin, Maria del Carnevale 2024.

“Mi ricordo ancora tutto come fosse ieri e non mi sembra sia passato un anno – racconta Silvia Zecchin ripercorrendo il suo sogno di Maria del Carnevale –. Sono molto orgogliosa di essere stata scelta per interpretare questo ruolo e rappresentare Venezia e mi auguro che la prossima ragazza che verrà eletta possa farlo con la stessa emozione e sensibilità. Rappresentare Venezia e il suo Carnevale è stato un onore per me, che sono giovanissima. È importante tramandare anche alle nuove generazioni rievocazioni e tradizioni come questa, perché dal passato e dalla storia possiamo solo imparare. Non ho mai vissuto Venezia così intensamente come i giorni del Carnevale. Abitare in terraferma e poter vivere la realtà veneziana che durante la nostra adolescenza abbiamo vissuto solo di riflesso è stato impattante. È stato emozionante e quasi strano ma in senso positivo”.

Gli abiti delle 12 Marie ispirati ai quadri del Tiziano e realizzati da Francesco Briggi dell’Atelier Pietro Longhi vestiranno anche quest’anno le 12 ragazze che saranno scelte giovedì da una speciale giuria. La Maria che verrà eletta il 3 marzo indosserà, invece, un abito che lo stesso Briggi sta disegnando ispirandosi anche al tema del Carnevale del 2025, ovvero la vita di Casanova e del Settecento veneziano. Lo scorso anno Silvia Zecchin indossò un abito da imperatrice orientale, richiamando il tema di Marco Polo. “Sono sempre stata appassionata al mondo orientale, anzi spesso mi han chiesto se fossi io stessa di provenienza orientale visto il mio particolare taglio degli occhi. Quindi indossare il costume che ha disegnato Francesco Briggi ispirato a Marco Polo è stato un orgoglio, un sogno, un onore che resterà indelebile”.

Da sabato 22 febbraio fino a lunedì 3 marzo, giorno in cui nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice verrà eletta la Maria dell’Anno 2025, le 12 ragazze dovranno dimostrare di meritare l’eredità e la corona di Silvia Zecchin, Maria del 2024, che assieme a molte delle altre Marie dello scorso anno e degli anni precedenti, saranno spesso al fianco e di supporto a Maria Grazia Bortolato.

“Il consiglio che do a tutte le ragazze che si sono iscritte è di vivere questa avventura a pieno, è una bellissima esperienza che val la pena vivere. Io e le altre ragazze che sono state elette lo scorso anno giovedì saremo alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista per accogliere le aspiranti Marie e dar loro tutto il supporto che serve”.

Oltre ad essere una rievocazione storica, la Festa delle Marie è anche un momento unico per ammirare i costumi della tradizione veneziana. L’Atelier Pietro Longhi ha creato il modello che verrà indossato dalle 12 ragazze anche durante gli appuntamenti del Carnevale 2025. Traendo ispirazione dalle opere del pittore cinquecentesco veneziano Tiziano Vecellio, Francesco Briggi e la moglie Anna Zappella hanno scelto le linee sartoriali della metà del Cinquecento e, come tessuto, un damasco color avorio e champagne con disegni floreali, prodotto dalla storica tessitura Rubelli. Quello tra l’Atelier e il Carnevale di Venezia è un rapporto professionale che dura da ben 12 anni, ovvero da quando, nel 2013, l’allora direttore artistico Davide Rampello, chiese proprio a Briggi di cambiare i costumi delle 12 Marie.

La giuria che sceglierà prima le 12 Marie del Carnevale tra le candidate provenienti dai comuni della Città metropolitana e poi la Maria dell’Anno quest’anno sarà composta da:

CLAUDIA MARCHIORI – MARIA DELL’ANNO 2016 – Attrice
CRISTINA SCARPA – Direttore eventi Scuola Grande San Giovanni Evangelista
GIULIA SEGUSO – Vetri d’arte Seguso
ELEONORA FUSER – Attrice professionista, operatrice culturale/Regionale/Naz./Internazionale
MASSIMO CHECCHETTO – PRESIDENTE – Direttore artistico del Carnevale di Venezia
GIOVANNI GIUSTO – Consigliere delegato alla Tutela delle tradizioni del Comune di Venezia
ROBERTO PAPETTI – Direttore “Il Gazzettino”
PAOLO POLATO – Membro del Direttivo Nazionale ADUSBEF
ANDREA FAVARETTO RUBELLI – Presidente della Sezione Industrie tessili, Amm. delegato Rubelli
CLAUDIO VERNIER – Presidente Associazione Piazza San Marco
MARCO VIDAL – Direttore gen. Mavive Spa-CEO di The Merchant of Venice-Curatore d’arte Palazzo Mocenigo
FRANCESCO BRIGGI – Stilista, titolare Atelier Pietro Longhi
MARCO RAMOT – Area Manager, Nord Italia – Costa Crociere

La prima uscita ufficiale e la presentazione delle 12 Marie del Carnevale 2025 è prevista per sabato 22 febbraio in Piazza San Marco.

Oltre alla Maria del Carnevale 2025 nella serata del 3 marzo alla Fenice sarà eletta anche la Maria dei lettori del quotidiano “Il Gazzettino” che nei prossimi giorni pubblicherà un coupon tramite il quale potranno essere votate le 12 ragazze.

Il Concorso è in collaborazione con

Il Gazzettino

CONOSCERE IL PASSATO PER VIVERE IL PRESENTE
LA STORIA DELLA RIEVOCAZIONE DELLE MARIE E IL SUO SIGNIFICATO

Quella delle Marie è una delle feste più antiche che la Repubblica annoverava nell’ambito delle manifestazioni pubbliche nelle quali il popolo recitava un ruolo importante, da protagonista. Dopo secoli di abbandono è stata ripresa e rilanciata da Bruno Tosi nel 1999, in occasione del Carnevale. Fin dall’inizio del IX secolo ogni anno, il 2 febbraio, giorno della purificazione di Maria, dodici fanciulle del popolo scelte a rappresentare tutta la città, assieme ai loro promessi sposi si radunavano nella chiesa di S.Pietro di Castello, sede del Vescovado di Olivolo, per ricevere collettivamente la benedizione nuziale. Per quel giorno lo stato prestava alle spose dei gioielli e le famiglie patrizie partecipavano addirittura con donazioni alla costituzione della loro dote, che ciascuna ragazza portava nella chiesa in cassette di legno decorate, appositamente costruite e chiamate “arcelle” o “capselle”.

La cerimonia sembrava essere stata istituita per incrementare i matrimoni in una città ancora poco abitata e per dare aiuti a chi si trovava in condizioni economiche disagiate. Veniva anche distribuito cibo al popolo mentre altre iniziative servivano a mantenere vivo e riconoscente il rapporto della popolazione meno abbiente verso le ricche famiglie delle nobiltà. E’ ovvio il significato simbolico che la festa andò via via assumendo nel tempo.

Il Doge con tutto il seguito del governo e della nobiltà assisteva alle nozze nella chiesa tutta addobbata e illuminata da centinaia di candele, quindi accompagnava le spose a San Marco, consegnava loro i ceri benedetti e le invitava ad un banchetto in Palazzo Ducale. E’ evidente che sono le ragazze ad assumere il ruolo predominante durante questa festa, spose future madri di veneziani forti e coraggiosi, mentre i mariti rimangono figure sbiadite ed evanescenti, confuse sullo sfondo della partecipazione popolare.

Nell’anno 844, sotto il dogale di Pietro Tradonico o, come alcuni cronisti tramandano, nel 946 sotto quello di Pietro III Candiano, mentre a San Pietro si stava svolgendo la cerimonia del matrimonio, un gruppo di pirati dalmati irruppe in chiesa e tra lo sbigottimento generale rapì le fanciulle impossessandosi anche delle loro arcelle preziose. Il Doge stesso organizzò immediatamente l’inseguimento dei pirati ponendosi a capo della spedizione. I Veneziani con le loro barche raggiunsero i rapitori nei pressi di Caorle e li uccisero liberando le fanciulle e recuperando la loro dote. Da allora la zona dove avvenne lo scontro fu chiamata “ porto delle donzelle”.

Al loro rientro a Venezia il Doge e i liberatori vennero accolti con grande entusiasmo.

Egli chiese ai casseleri, intagliatori del legno e costruttori delle casselle che avevano avuto gran parte nell’impresa di Caorle, quale ricompensa volessero; risposero che era loro desiderio che il Doge visitasse ogni anno la loro parrocchia e la chiesa di Santa Maria Formosa, nello stesso giorno del rapimento a ricordo perenne dell’avvenimento. La richiesta fu prontamente accolta e fu mantenuta per secoli. La visita a Santa Maria Formosa fu inserita stabilmente nel calendario delle visite pubbliche del Doge. Il parroco gli offriva un cappello di paglia intessuto a fili d’oro, del vino, e della frutta perpetuando un’usanza che gli stessi casseleri avevano istituito fin dal primo momento della loro richiesta: se avesse piovuto essi avrebbero provveduto a riparare il Doge con un grande cappello di paglia e se durante il percorso avesse avuto sete avrebbero offerto del vino a suo ristoro. I festeggiamenti duravano una settimana e culminavano con una regata alla quale partecipavano i più forti e avvenenti giovani della città.

Con il passare degli anni le iniziali motivazioni si affievolirono, anche la visita a San Pietro e la cerimonia dello sposalizio furono soppiantate completamente ( a partire dal 1379 ) dal ricordo dei fatti successivi, cioè del rapimento e della sconfitta dei pirati a Caorle. Legati alla chiesa di Santa Maria Formosa e ai casseleri che avevano in quella chiesa la sede della loro Scuola di mestiere e l’altare di devozione. A partire dal 1343 anche le dodici bellissime fanciulle in “carne e ossa” rimasero soltanto dodici sagome in legno dipinto, “ le Marie de tola”, che spesso il popolo contestava con il lancio di pietre e immondizie. Il termine “de tola” passò anche a indicare spregiativamente donne piatte, senza ombra di seno. Dopo sette secoli di abbandono la Festa delle Marie è stata rilanciata in occasione e in apertura del Carnevale di Venezia da Bruno Tosi. Il successo è stato immediato e crescente, la versione moderna dell’Evento è subito rientrata nell’immaginario veneziano.

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