Gio 16 Feb 2023

Il Carnevale Lavellese

Dalle 14:00 alle 14:30
Luogo: Piazza San Marco
Indirizzo: Piazza San Marco - Venezia, 30124 Italia (Indicazioni stradali)

Il Carnevale di Lavello, pur essendo parte integrante dei Carnevali storici lucani, presenta una sua
unicità ed una tradizione culturale che gli ha permesso di resistere al tempo e alle innovazioni!

La delegazione di esibirà al Venice Carnival Street Show:

Giovedì Grasso 16 febbraio
11.30: Campo S. Maria Formosa
14.00: Piazza San Marco
16.00: Campo S. Maria Formosa

Inizia il 17 gennaio, giorno di S. Antonio Abate; prosegue ogni sabato notte fino alla prima domenica
di Quaresima, con la consueta sfilata dei carri allegorici.

Per entrare nel cuore di questo evento, bisogna tornare indietro nel tempo, quando il popolo, fatto
per lo più di contadini, di pastori e di piccoli artigiani era schiacciato dalle leggi durissime del signore
(Dominus), padrone delle terre e delle vite dei “cafoni” e da quelle, non meno intransigenti, della
Chiesa di Dio

Il Carnevale rappresentava l’unico momento in cui, con un’inversione di ruoli, si poteva, sotto la
maschera, prendere in giro il padrone e dimenticarsi delle ferree leggi della Chiesa, sotto quella
maschera ognuno poteva sentirsi:

“Domën e DDeië”
Signore e Dio

Ma, pur nell’inversione dei ruoli, in senso anticlericale, la maschera conservava riti e gestualità delle confraternite religiose.


Il vestito Domën (Domino) era composto, in origine, da un saio bianco, da una mantellina nera e da un cappuccio nero a forma di cono, da cui si potevano intravedere solo gli occhi e si rifaceva al
costume utilizzato dalla Confraternita della Buona Morte.


Successivamente diventa una tunica di raso nero con mantellina ricamata di figure simboliche e
completata da un cappuccio (U’ Pappëloscë) e da una maschera di tela che copriva completamente
il viso. A corredo del vestito vi erano una o due sacche per i confetti da donare alla dama dopo aver
ballato.


In seguito il “Domino”, assume il caratteristico colore rosso, legato a una simbologia rituale che è
propria della Chiesa Cattolica, ma anche ai riti pagani (baccanali).


Anticamente, a mascherarsi erano solo gli uomini. Il gruppo delle maschere “copël”, guidate da un
“conduttore” non mascherato entrava nei “festini” e doveva rispettare alcune regole: non poteva
scegliere la dama, ma seguire la disposizione delle sedie sistemate in modo circolare e dare i confetti, dopo aver ballato nel più assoluto anonimato.

Quello del ballo era l’unico momento in cui i ragazzi, sotto la maschera, potevano scambiare, con le ragazze, fugaci parole d’amore. Ogni gruppo aveva diritto a fare due balli e a rispettare gli arredi, che spesso, fra l’euforia della musica e del vino, finivano in frantumi. Era allora ed è ancora oggi un grande momento di socialità e di condivisione collettiva. A mezzanotte la porta dell’abitazione si chiudeva e si imbandiva la tavola (convivio francescano) a cui tutti gli invitati partecipavano con piatti preparati in precedenza: la tiella di patate e lambascioni (cipolline selvatiche), il baccalà “arraganato” al forno, le salsicce e…il vino. Nei “festini” venivano eseguite, da piccole orchestre, musiche e danze popolari del territorio.


Il gruppo folk “I F’st’nidd” si inserisce nel solco della tradizione: ricerca e ripropone musiche e balli popolari tradizionali ma, con uno sguardo al futuro, parla alle nuove generazioni con la produzione di nuovi testi musicali e danze legate al territorio e a questo Carnevale così speciale, perché il Carnevale di Lavello è tutto questo, ma anche molto di più.

Come raggiungere l'evento